Le normativa in giro emissioni dei veicoli continuare ad evolversi e attuazione dell’Euro 6e-bis segna un traguardo significativo. Questo regolamento, che riguarda pienamente le auto ibride plug-in (o Plug-in Hybrid – PHEV), cerca di adeguare le regole del gioco per offrire dati sulle emissioni e sui consumi più in linea con la realtà quotidiana. L’obiettivo è adeguare il consumo reale a quello annunciato dai marchi...
Dalla 1 gennaio 2025, tutti i nuovi modelli Le auto ibride plug-in devono soddisfare questo standard. Tali norme saranno estese a tutti i veicoli immatricolati a partire dalla fine del 2025. Questo cambiamento non riguarda solo i produttori, ma anche i consumatori, che avranno accesso a informazioni più accurate sui Emissioni di CO2 e il carburante di queste auto.
Nuove metodologie per misurare le emissioni
Una delle principali novità introdotte dalla nuova normativa Euro 6e-bis è l' aumentando la distanza di riferimento utilizzata per il calcolo delle emissioni. Finora i test effettuati hanno simulato un percorso di Chilometro 800. Tuttavia, con le nuove normative, questa distanza viene ampliata 2.200 km, che consente un'analisi più approfondita e più vicina al reale utilizzo dei veicoli.
Questo cambiamento diventa più rilevante nel caso degli ibridi plug-in (PHEV) dove i risultati dei test influenzano significativamente la percezione del loro impatto ambientale. Diversi studi hanno dimostrato che, con i nuovi parametri, Le emissioni dichiarate potrebbero raddoppiare. Ad esempio, un modello popolare sottoposto a questi test ha mostrato emissioni che andavano da 45 g / km a 96 g / km di CO2. Numeri senza dubbio di notevole impatto nei Paesi che concedono agevolazioni fiscali basate su queste cifre.
Impatto sugli incentivi e sulle strategie di mercato
La Euro 6e-bis potuto influenzare negativamente la popolarità di ibridi plug-in nei paesi in cui gli incentivi fiscali sono direttamente legati alle emissioni. Fino ad ora queste vetture godevano di notevoli vantaggi rispetto ad altre tecnologie come il Mild Hybrid o il Full Hybrid, grazie alle minori emissioni di CO2 dichiarate. Ma con il cambiamento dei metodi di misurazione, la differenza si ridurrà o addirittura scomparirà.
Inoltre, con il aumento delle emissioni, i marchi potrebbero avere più difficoltà a rispettare i limiti di CO2 imposti dall’Unione Europea nello standard CAFE. È importante evidenziare che nel periodo 2020-2024 le flotte di veicoli dovevano essere al di sotto 115,1 g/km di CO2. Tale limite sarà ancora più restrittivo dal 2025, riducendosi a 93,6 g / km. I marchi che non raggiungono questi obiettivi rischiano sanzioni pecuniarie euro 95 per ogni grammo superato per veicolo.
Prossimi passi e cosa ci aspetta
Euro 6e-bis non sarà l’ultima norma in questo sforzo di regolamentazione delle emissioni. Nel 2027 è prevista l'entrata in vigore di Euro 6e-bis-FCM, uno standard più rigoroso che aumenterà la distanza di riferimento per i test da effettuare Chilometro 4.260. Questo nuovo incremento consentirà di ottenere dati ancora più precisi sull’impatto ambientale degli ibridi plug-in nella guida reale.
Tali misure mirano a offrire un quadro normativo che rifletta in modo più accurato l’ uso quotidiano dei veicoli, sebbene pongano anche sfide considerevoli sia per i produttori che per gli automobilisti. Ad esempio, i produttori dovranno adeguare le proprie strategie per rimanere conformi alle normative, mentre i clienti potrebbero essere meno incentivati a optare per questi tipi di veicoli se i benefici fiscali diminuiscono.
Con tutto questo L’industria automobilistica si trova ad affrontare un cambiamento di paradigma, in cui l’efficienza reale e la sostenibilità saranno fattori chiave nel processo decisionale sia dei produttori che degli utenti.
Fonte - Commissione europea
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